Anche il 18 ottobre, un’ altra partecipata manifestazione per “la liberazione della Palestina e l’autodeterminazione del popolo palestinese”, organizzata Coordinamento per la Palestina di Brescia. Il corteo, partito alle 15:30 da San Faustino, ha attraversato le vie del contro storico.

E’ necessario perseverare. Israele, malgrado il “Piano” di normalizzazione neocoloniale del Medio Oriente celebrato con la grottesca cerimonia a Sharm-el-Scheikh, continua a ostacolare in tutti i modi gli aiuti umanitari verso Gaza.
Governi e massmedia occidentali proseguono come prima nella loro complicità al tentativo di genocidio del popolo palestinese perpetrato dai sionisti, spingendo contemporaneamente al massimo la “narrazione” di un “processo di pace” ormai avviato nella Striscia e in Cisgiordania. Viviamo insomma in una distopia reale. L’ essenziale- per i poteri occidentali- è “far credere” all’ opinione pubblica che stia accadendo quello che essa desidererebbe, l’ avvento di un periodo di tranquillità e prosperità, mentre succede esattamente l’ opposto . Si tratta soltanto di una tregua fragilissima.
In questo contesto è sempre più netta la connivenza del governo Meloni con lo Stato sionista. E mentre i paesi europei mantengono inalterato il sostegno al regime di Netanyahu, approvano un gigantesco progetto di riarmo da 800 miliardi, aumentano le risorse economiche alla Nato e promuovono una drastica conversione del sistema produttivo verso l’economia di guerra. La complicità con Israele e le politiche di riarmo sono insomma le due facce di una stessa medaglia. Il prezzo che stiamo pagando per queste politiche da incubo lo sentiamo nei salari e nelle condizioni di vita e di lavoro.
La riuscita degli scioperi generali di fine settembre ed inizio ottobre indetti in pochi giorni dalla Unione Sindacale di Base e da “Potere al Popolo”, i milioni di persone che si sono riversati nelle piazze di tutto il Paese, bloccando porti, stazioni ed autostrade, segnalano un risveglio molto forte della voglia di cambiamento.
L’opposizione parlamentare non è in grado farsi interprete di questa spinta ed ora non dobbiamo consentirgli di imbrigliarla nelle vecchie logiche che portano alla sconfitta e alla smobilitazione. C’è la possibilità di scrivere una pagina completamente nuova.
Per questo “Potere al Popolo”, sempre presente nelle mobilitazioni, a Brescia come nel resto d’ Italia, ritiene che la solidarietà al popolo palestinese debba restare una priorità.

Continuare a boicottare l’economia israeliana, in modo sempre più capillare, a cominciare dal blocco del commercio delle armi con lo Stato sionista, è lo strumento non violento che abbiamo nelle nostre mani.
La libertà della Palestina è anche la nostra libertà. Perciò “Potere al Popolo” ritiene che sia arrivato il momento di allargare lo sguardo.
Dal rifiuto di collaborare con le operazioni belliche all’obiezione di coscienza verso le attività che alimentano il settore militare: è giunta l’ ora di organizzare una mobilitazione incessante che impedisca al governo Meloni di trascinare l’ Italia verso la guerra, in Medio Oriente come in Ucraina.
Tuttavia per farlo c’è bisogno di collegare la lotta per l’ indipendenza della Palestina, contro la guerra, agli effetti sociali del riarmo: i bassi salari, l’aumento dello sfruttamento, la precarietà, il taglio dei servizi pubblici, il carovita qui da noi in Italia.
È ora di costruire un ampio fronte popolare contro il governo Meloni, che non svenda la straordinaria partecipazione di queste settimane.

Le 100 piazze per Gaza devono avere la capacità di trasformarsi 100 assemblee permanenti operative e darsi da subito un piano d’azione.
Non è il caso di fermarsi, ma di organizzarsi per proseguire la mobilitazione. Ora sappiamo che è possibile. Blocchiamo tutto per cambiare tutto.
FILIPPO RONCHI

