L’ ORA DELLA VERITA’

UN IMPEGNO PRESO

Oltre 200 persone, riunite in un’assemblea pubblica denominata “Blocchiamo Tutto” indetta dal Coordinamento Palestina presso il Centro Socioculturale di via Livorno a Brescia, nella serata di lunedì 27 ottobre hanno preso un impegno.

Intendono rilanciare la mobilitazione per la Palestina- dove è in atto una fragilissima tregua- ma unendola alla necessità di opporsi alla finanziaria di guerra, per i diritti sociali di tutte e tutti.

Gli obiettivi dunque sono molteplici. Contribuire alla liberazione del popolo palestinese dal giogo dell’occupazione coloniale israeliana, fermare le politiche di riarmo e di repressione imposte dal governo italiano di destra con la connivenza del centrosinistra.

I RACCONTI DI JOSE’

All’ incontro ha partecipato, collegandosi da remoto, José Nivoi del CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) di Genova e già sulla Global Sumud Flotilla. Egli ha riepilogato le vicende delle mobilitazioni dei lavoratori genovesi e di altri importanti scali navali della Penisola per boicottare gli invii di armi ad Israele. Ed ha descritto ciò che realmente è accaduto durante l’impresa della Flottilla. Ha invitato infine ad aderire allo sciopero generale proclamato dai sindacati di base per il 28 novembre contro la Legge Finanziaria del Governo Meloni.

UN NUOVO CORTEO

Per domenica 9 novembre, intanto, è stata annunciata una nuova manifestazione per la Palestina a Brescia, con un corteo che partirà alle ore 15, concentrandosi alla Coop Flaminia in via Sorelle Ambrosetti. Da lì risalirà verso il centro storico, fino in piazza Duomo, dove terminerà dinanzi alla sede della Banca Intesa.

PARTENZA E ARRIVO

I luoghi di avvio e di arrivo non sono casuali.

La Coop infatti è una grande impresa commerciale che si presenta con velleità etiche, ma smercia senza problemi prodotti agricoli israeliani. Ad esempio datteri, melograni, agrumi, avocado. Per quanto riguarda i datteri va detto che oltre il 70% vengono coltivati a Gerico nella Valle del Giordano dai coloni israeliani in territori occupati illegalmente. I ricavi di queste vendite alimentano l’economia di dello Stato sionista.

Banca Intesa San Paolo, a sua volta, ha legami significativi con Israele, sia attraverso investimenti diretti in start-up tecnologiche e iniziative di collaborazione per l’innovazione, sia tramite il finanziamento di aziende italiane come la Leonardo, che ha un importante stabilimento anche a Brescia e che fornisce prodotti militari alle soldataglie sioniste. Tanto per avere un’idea, Intesa Sanpaolo ha investito oltre 20 milioni di euro in start-up israeliane nei settori della cybersecurity, del quantum computing e dell’agrifoodtech, lanciando una campagna di accelerazione per start-up italiane in Israele, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia. Ma in genarle la banca è tra i principali finanziatori italiani delle esportazioni militari, con importi significativi registrati nel 2024. 

SI AVVICINA IL MOMENTO DELLA VERITA’

E’ evidente però che lottare per raggiungere i traguardi che l’ assemblea del 27 ottobre si è riproposta significa- se esiste una coerenza tra parole e fatti- andare verso la rottura con gli apparati di Sistema, abbandonando ogni opportunismo, a livello nazionale come a livello locale.

Significa rompere con le ambiguità e le connivenze di PD, 5 Stelle e le altre entità del “Campo Largo”.

Significa rompere con i sindacati che si sono resi sostanzialmente complici della situazione attuale, tramite la concertazione, arrivando all’attiva collaborazione, come nel caso della dirigenza CISL direttamente cooptata nel governo.

In particolare qui a Brescia significa uscire da logiche opportunistiche e clientelari, contrastando in modo esplicito la maggioranza che regge la Giunta Castelletti, non dimenticata fautrice, insieme alla destra all’ opposizione a Palazzo Loggia, della mozione IHRA. Essa equipara l’antisemitismo e l’antisionismo all’odio razziale.  Proprio come prevede adesso il DDL 1627 proposto dal senatore di Forza Italia Gasparri.

Che introduce sanzioni penali severe per chi osi discutere sulla legittimità dello Stato sionista e comporta conseguenze disciplinari per docenti e studenti che ne parlano alla faccia della libertà di insegnamento e di espressione.

Ecco, tutto questo il Comune di centrosinistra che governa Brescia in qualche modo l’ha già prefigurato e approvato dal gennaio 2024! E perciò è stato criticato dai presenti all’ assemblea.

Sono ben noti, inoltre, i legami del Comune di centrosinistra bresciano con l’ a2a, azienda che non ha nulla da invidiare alla Coop o alla Banca Intesa San Paolo quanto a rapporti con Israele. Ma che negli ultimi tempi non è mai stata oggetto delle tappe dei cortei ProPal.  

UNA POSSIBILITA’ CONCRETA

Eppure, negli ultimi due anni, si è andata sempre più stringendo ovunque in Italia un’alleanza tra settori del mondo studentesco e giovanile, sindacati conflittuali, reti ecologiste, centri sociali e comitati locali, mondo della cultura radicale e organizzazioni politiche. Quest’alleanza è scesa in piazza diverse volte, costruendo grandi cortei nazionali, come quello del 21 giugno contro la NATO o giornate come quella del 22 settembre contro il genocidio, attirando l’attenzione mediatica, e anche l’attenzione degli apparati repressivi.

E’ arrivato dunque il momento di allargare quest’alleanza. Farla diventare un blocco sociale e politico, che nel 2027 riesca a far entrare nelle istituzioni persone degne e coraggiose che sappiano fare opposizione. Che sappiano rappresentare gli interessi della maggioranza contro la minoranza di privilegiati.

Si riuscirà anche a Brescia a realizzare qualcosa del genere? Lo vedremo nel corso dei prossimi mesi.

FILIPPO RONCHI