ESATTAMENTE CENTODIECI ANNI DOPO
Il 24 maggio 1915, sotto la spinta della monarchia sabauda e di una rumorosa e violenta minoranza dell’ opinione pubblica formata da liberali conservatori, nazionalisti, interventisti democratici (socialriformisti, repubblicani), “sindacalisti rivoluzionari”, futuristi e “socialisti patriottici” seguaci di Mussolini, l’ Italia entrava nella Prima Guerra Mondiale.

Malgrado la vittoria ottenuta in campo militare, si trattò di una catastrofe politico-sociale senza precedenti. Oltre al massacro di seicentomila uomini e al ferimento di un altro milione di soldati (metà dei quali riportarono invalidità permanenti), il coinvolgimento nella Grande Guerra fu per il nostro Paese all’ origine di una serie di effetti devastanti, dall’ instaurazione della dittatura fascista al successivo e definitivo disastro della partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale, di cui tuttora paghiamo le conseguenze.
Ebbene, per una coincidenza carica però di significato, il 24 maggio 2025, si è tenuta a Roma una Assemblea Nazionale per la pace. Anche una rappresentanza di Potere al Popolo di Brescia e Provincia vi ha partecipato.
L’ ASSEMBLEA NAZIONALE DEL 24 MAGGIO 2025
L’ incontro si è svolto nel quartiere popolare del Pigneto presso il Nuovo Cinema Aquila, locale confiscato alla criminalità organizzata, dedicato alla memoria di Tom Benettolo, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e restituito alla vita culturale della città. Il raduno ha visto la partecipazione di centinaia di persone, in prevalenza giovani e donne.

E’ stata la terza tappa di un percorso cominciato il 15 marzo con la manifestazione spontanea in risposta all’ adunata interventista pro UE di quello stesso giorno a Piazza del Popolo e proseguito con l’ incontro nazionale del 13 aprile. L’ itinerario culminerà in una manifestazione nazionale il 21 giugno sempre nella capitale.
Questa mobilitazione è tanto più importante perché anche oggi, come nel 1914-1915, una minoranza guerrafondaia liberaldemocratica in alleanza con i neofascisti sta trascinando l’ Europa verso il baratro di un nuovo conflitto generalizzato.
LA PIATTAFORMA
Le organizzazioni politiche, sociali, culturali che hanno dato vita all’ iniziativa hanno avuto modo di chiarire il 24 maggio i caratteri fondamentali della piattaforma su cui si baserà la mobilitazione.

Sarà certo una protesta di massa contro il riarmo, contro la guerra e contro il genocidio in atto in Palestina. Ma avendo ben presente che non si può essere contro tutto questo continuando ad alimentare l’ idea della necessità della NATO e della difesa comune europea come dimensioni date per acquisite e immodificabili. Che non si può sostenere la causa palestinese invocando la ripresa degli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, la cessazione delle ostilità e al tempo stesso occultando la questione politica del diritto dei Palestinesi all’ autodeterminazione. Non si può condannare il genocidio in atto individuando come unico responsabile il governo di Netanyahu e non rompendo le relazioni diplomatiche ed economiche con Israele, Stato terrorista dove il 75% della popolazione condivide pienamente lo sterminio in corso. E ignorando le responsabilità sostanziali dell’ Unione Europea, che con il suo silenzio ha avallato finora ciò che sta accadendo in Palestina.
PER UN’ OPPOSIZIONE EUROPEA ALLA GUERRA
All’ incontro di Roma hanno partecipato Clemence Guette, Vicepresidente dell’ Assemblea Nazionale di France Insoumise, Pablo Quesada Montero, Segretario della società civile e dei movimenti popolari di Podemos, Marc Botenga, europarlamentare del Parti du Travail de Belgique. Tutti hanno portato le loro esperienze di opposizione, sottolineando che i problemi di coerenza nell’ impegno per la pace e il disarmo si ripropongono anche nei loro Paesi nei termini fin qui illustrati.

IL VELENO DI GAZA
In particolare il genocidio in diretta a Gaza, che vediamo quotidianamente sui canali social e in televisione, costituisce un veleno che entra nella società. Non si può essere “transigenti” con l’ideologia suprematista della stragrande maggioranza della popolazione israeliana. C’è necessità di nettezza di posizioni, di rigore. Anche perché Israele sta diventando un modello per tutti i razzisti sparsi nel mondo.
E’ ARRIVATO IL MOMENTO DELLA CHIAREZZA
Parimenti sono inaccettabili le mezze misure rispetto alla questione del riarmo europeo, che per il Partito Democratico ad esempio non va bene se è a livello nazionale, ma va bene se è a livello di difesa comune europea! Così come risultano incredibili le critiche di quelle forze che si presentano alternative al Governo Meloni, come ancora il Partito Democratico ma anche il Movimento 5 Stelle, e lo scavalcano a destra lamentandosi perché l’ Italia non ha aderito al gruppo dei “volenterosi” (Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia), che non fanno altro che riattizzare il conflitto in Ucraina ogni volta che si apre uno spiraglio di pace.

E’ arrivato il momento della chiarezza, insomma. Per questo la piattaforma con cui si va verso la mobilitazione del 21 giugno è ricca, precisa e fa sperare in prospettive di sviluppo importanti.
REDAZIONE