L’ AVVIO DI UN PROGETTO
Il Comune di Brescia ha avviato nelle scorse settimane un progetto, “Brescia Partecipa”, che si presenta come primo Bilancio Partecipativo nella storia della città. L’iniziativa nasce dall’attuazione dell’articolo 10 del nuovo “Regolamento per la partecipazione territoriale e di comunità”, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale nel 2024.

L’ idea era anche inserita, per la verità, nel programma elettorale della sindaca Laura Castelletti. L’ obiettivo dichiarato consiste nel coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali su come investire risorse pubbliche. Si vorrebbe delineare un modello di governo partecipato, in grado di superare la logica della consultazione e di realizzarsi invece in opere pubbliche tangibili. Si parla addirittura di scommessa sulla democrazia dal basso, puntando su fiducia, corresponsabilità e concretezza. Si tratta di un percorso triennale, dal 2025 al 2027, per il quale sono stati stanziati 1,5 milioni di euro.
Detta così, chi non potrebbe dirsi soddisfatto per questa scelta, che oltretutto l’Amministrazione locale non era obbligata a compiere da normative nazionali?
“E’ NEI DETTAGLI CHE SI NASCONDE IL DIAVOLO”
Solo che, quando si esamina il progetto, qualche perplessità sul senso dell’operazione sorge. Torna alle mente il detto popolare: “E’ nei dettagli che si nasconde il diavolo”.

Innanzitutto le risorse messe a disposizione. Se si guarda bene, non è che siano molto significative. Ogni anno saranno stanziati 540mila euro, suddivisi tra le cinque zone della città, con 100mila euro e un massimo di due progetti finanziabili ogni anno per zona. Gli importi alla fine varieranno da 40mila a 60mila euro per quartiere, a seconda della popolazione residente.
I cittadini che vorranno partecipare saranno sottoposti inoltre ad un percorso che suscita ulteriori dubbi. I quartieri avranno il compito di presentare schede progettuali, che saranno valutate dai tecnici comunali sulla base di criteri di fattibilità, competenza e coerenza con il mandato amministrativo. Gli ambiti di proposta ammessi si limitano all’ arredo urbano: parchi e giardini, cura e valorizzazione di edifici e spazi pubblici, Piano Aria e Clima.
VERSO UNA GRANDE STAGIONE PRE-ELETTORALE DI INAUGURAZIONI?
Verso che cosa sostanzialmente ci si avvia lo ha fatto intendere la sindaca quando ha affermato: “A volte basta riqualificare un giardino o attrezzare uno spazio per creare un salto di qualità nella vita quotidiana”. E, dal momento che è previsto che ogni intervento si concluderà con una cerimonia pubblica per restituirlo simbolicamente alla comunità, è presumibile che man mano che si avvicinerà la prossima scadenza elettorale vedremo sindaca e/o assessori sempre più impegnati in inaugurazioni e tagli di nastri rientranti nel “Brescia partecipa”.
La macchina si è già messa in moto. Un incontro iniziale il 19 maggio all’Urban Center tra l’Amministrazione e tutti i Consigli di Quartiere ha illustrare il progetto e fornito gli strumenti di lavoro. Entro giugno dovrebbero concludersi le assemblee pubbliche per la raccolta delle idee, che entreranno poi in schede di proposta che i quartieri consegneranno entro fine estate. Tra settembre e ottobre verranno i workshop di co-progettazione e infine l’approvazione formale dei progetti da parte dei CdQ. Due per ogni area ogni anno, in modo da poter coprire, nel giro di tre anni, l’intera città.
L’ IDENTITA’ VISIVA
Castelletti è da un po’ che ci ha abituato alla cura che ripone nell’ “identità visiva” delle sue iniziative.
Anche l’immagine del progetto è stata quindi curata con attenzione.
Un’ architetta è stata incaricata della grafica pubblicitaria in merito. Ha individuato sei parole chiave – partecipazione, collaborazione, comunità, miglioramento, positività, unione – e ha scelto un linguaggio visivo che richiama il Brescia Sans, il font istituzionale del brand cittadino ormai noto per le sue vicissitudini. Il simbolo grafico rappresenta la connessione tra le cinque zone della città, in una visione “stilizzata e inclusiva”.

La prima sensazione che si ha dunque è che, ancora una volta, ci sia una notevole distanza tra l’enfasi delle parole e delle “immagini” usate per presentare un progetto e la reale volontà di attivare processi autentici di ampliamento delle procedure democratiche.
LE NOSTRE PROPOSTE
Il Bilancio Partecipativo, così come viene adottato da centinaia di Comuni italiani e anche molti della provincia di Brescia, include la possibilità per i cittadini di presentare proposte e votarle direttamente, scegliendo così i progetti da finanziare. Questa dimensione, nella versione elaborata dalla Giunta Castelletti, viene di fatto ridotta, da tutta la serie di meccanismi di filtro messi in atto e che abbiamo descritto, ad “approvazione formale” finale dei CdQ.

“Potere al Popolo!” di Brescia ritiene che il Bilancio Partecipativo dovrebbe costituire invece uno strumento di democrazia diretta teso a coinvolgere la cittadinanza nella programmazione e nell’indirizzo di una parte consistente delle risorse del bilancio comunale.
E avanza anche due ulteriori proposte in direzione di una sempre maggiore partecipazione degli abitanti alla pratica amministrativa.
Una è quella dell’ inserimento del Dibattito Pubblico (sul modello francese) come strumento di informazione, partecipazione e confronto sull’opportunità e le soluzioni relative a progetti comunali di particolare interesse.
L’ altra è quella dell’ Assemblea dei Cittadini come organo temporaneo di cittadini sorteggiati in base a specifici criteri, con funzioni propositive e consultive per la formazione e attuazione delle politiche comunali.
FILIPPO RONCHI