COSA STA SUCCEDENDO A BRESCIA? UNA POSSIBILE SPIEGAZIONE E UNA PROPOSTA

UNA COCENTE DELUSIONE

All’ indomani della sconfitta alle elezioni comunali del maggio 2023 Fabio Rolfi, il candidato sindaco dell’ Ultradestra (leghisti, eredi del MSI di Almirante, nostalgici di Berlusconi) battuta già al primo turno dalla coalizione di Centrosinistra, aveva dichiarato: “Faremo un’opposizione costruttiva”. Insomma, all’ apparenza una tranquilla interlocuzione tra i due apparati politici del Sistema.  

Ma si intuiva che non l’aveva presa con filosofia. “Le sconfitte fanno male”- aveva aggiunto. C’era da capirlo.

A Rolfi, con gli euro 271.933 dichiarati di spese elettorali ed i 35.108 suffragi ottenuti dalla sua coalizione, ogni voto era costato ben € 7,74.

Quasi il doppio che alla vincente Laura Castelletti, cui ne erano bastati 4,40 (46.198 preferenze con € 203.450 investiti) per accontentare la propria clientela.

Specialmente, poi, Castelletti certificava di non aver sganciato un euro a livello personale.

Rolfi invece di tasca propria dichiarava di avercene (ri)messi  106.524 nel corso di una campagna elettorale che aveva praticamente iniziato con quasi un anno di anticipo.

Tutto ciò aveva deluso la parte più tosta di quello che un tempo si sarebbe chiamato “il padronato bresciano”, ma oggi con linguaggio politicamente corretto definiamo “imprenditoria locale”, cui sarebbe stato chiamato a rispondere.

Sul perdente avevano puntato infatti pezzi grossi come imprese di servizi e immobiliari (DMZ Investimenti- € 10.000, Metafin- € 15.000) e gruppi rilevanti dell’industria metallurgica (E.F. Group, una holding di aziende del settore- € 5.000 e soprattutto l’Alfa Acciai- € 20.000).

A quel punto Rolfi aveva lanciato un messaggio abbastanza chiaro per chi avesse voluto intenderlo. Lui e i suoi avrebbero ragionato “per attrezzarsi meglio” e per “rafforzare” la loro “presenza civica”.

In queste ultime settimane si è capito che la fase di riflessione è conclusa e che siamo entrati nella fase del “rafforzamento della presenza civica”.

LE SQUADRE DEI “DIFENSORI DI BRESCIA” SGUINZAGLIATE PER LE VIE

E’ evidente infatti come una concordanza di vedute e di intenti sia stata sostanzialmente raggiunta, al di là dei distinguo di circostanza, tra l’ Ultradestra in doppiopetto  all’ opposizione in Loggia e il lugubre conglomerato di sigle fasciorazziste e cospirazioniste organizzatosi nel cartello “Difendi Brescia”, di cui tanto si parla. E che annuncia provocatorie iniziative a raffica per i prossimi mesi.

Inaugurate dalla luciferina marcia del 13 dicembre 2024,  fino ad oggi esse sono proseguite con l’ “Aperitivo Patriottico” del 28 dicembre successivo e con la messinscena del “presidio” anti- extracomunitari nel Parco Pescheto del 17 gennaio 2025.

“Imprese ardite” che finora hanno ricevuto, se non proprio il plauso, la copertura di Rolfi e dei partiti della coalizione di opposizione in Consiglio Comunale.

Purtroppo pare che siamo appena agli inizi, stando appunto agli annunci degli animatori di questa inedita e inaudita movida politica notturna nel capoluogo.

UN’ INTERVISTA RIVELATRICE

C’è stata inoltre, il 5 gennaio scorso, una intervista al quotidiano BresciaOggi nella quale Rolfi ha esposto le sue priorità e strategie.

Il capogruppo dell’ ultradestra in Loggia ha proclamato la sua “contrapposizione forte” alla Giunta Castelletti.

Eppure, a leggere il testo, si resta interdetti.

Non una parola sulle vere emergenze della città.

Niente da dire cioè sull’aumento esponenziale della povertà, che non trova risposta se non nelle strutture caritative della chiesa cattolica e del volontariato laico, con una sostanziale marginalità del Comune.

Ma si sa, per l’ultradestra i poveri ridotti o a recarsi alle mense della Caritas oppure a ricevere pacchi alimentari e di altri generi di prima necessità dalle associazioni filantropiche, sono responsabili della loro condizione. Vuoi perché fannulloni, vuoi perché non si sono laureati e quindi- pur lavorando- si meritano i salari da fame che ricevono.

Quanto al problema dei senzatetto, strettamente legato a quello della povertà, Rolfi nell’ intervista lo affrontava da par suo, nel senso di schierarsi a tutela dei… proprietari delle centinaia e centinaia di appartamenti sfitti in città. E intimava alla Giunta di stringere i tempi per rispettare il Pnrr al fine di procedere alla cementificazione di un pezzo di San Polino con l’ edilizia abitativa pubblica.            

Nulla da dichiarare neppure sulla condizione gravissima dell’inquinamento del capoluogo.

Per Rolfi (come del resto per gli  amici suoi che governano in Regione)  la situazione va bene così. Ove si eccettui un sollecito a Castelletti,  affinché si dia da fare per non  perdere i 270 e passa milioni di risarcimento imposti dalla Corte Europea a favore dei danneggiati dalle emissioni e dagli spurghi della Caffaro.

Ovviamente silenzio tombale sull’ A2A e sul ruolo dominante esercitato da questa Società per Azioni.

Quanto al tema della mobilità, rispetto al tram previsto tra il Quartiere Violino e Sant’ Eufemia, Rolfi attaccava chiedendo il prolungamento della linea verso le rive del Garda. Così come incalzava per il prolungamento della metro fino a Concesio.

Si deve essere reso conto, tuttavia, che i cittadini elettori si sarebbero domandati-  leggendo solo simili affermazioni- dove stesse tutta questa “contrapposizione forte” con la Giunta. Dal momento che in effetti i due schieramenti di Sistema sui problemi fondamentali della città la pensano più o meno allo stesso modo.

Insomma sarebbe stata dura far passare la rivendicazione dell’ aggiunta di fermate al tram o alla metro, o l’ invito ad accelerare lavori pubblici già predisposti, come segnali di una “diversa visione della città” e magari della vita.

Bisognava trovare qualcosa di più consistente.

LA NARRAZIONE DELLA SICUREZZA

E questo qualcosa è infine stato individuato nel tema della “sicurezza” e del “degrado”. La trovata più semplice per sollevare un gran polverone, che in fondo però- come vedremo- conviene ad entrambe le coalizioni di Sistema.

IL SUPPORTO DEI FASCIORAZZISTI

Il supporto al sindaco mancato lo hanno fornito i gruppuscoli del cartello “Difendi Brescia”, con la loro teoria di Brescia vittima di un terribile esperimento di sostituzione etnica voluto da centri internazionali di potere occulto. I quali avrebbero individuato la Leonessa come una sorta di città- cavia per attuarlo.

Gruppi di ragazzi extracomunitari (in prevalenza maghrebini) che si rincorrono, gesti aggressivi che sfociano talvolta in risse della durata compresa tra un minuto e mezzo e quattro minuti, o in piccoli furti, hanno cominciato così ad essere presentati come prove evidenti. Di che cosa? Di fenomeni criminali dilaganti che terrorizzano i cittadini e rendono invivibile la città. Interi quartieri sarebbero stati ormai conquistati da arabi e africani, che impedirebbero ai Bresciani di accedervi.

Questo storytelling superficiale ed esasperato, condotto con una campagna di comunicazione che prende a modello le tecniche degli YouTuber, si è fatto martellante a partire dal dicembre scorso, in concomitanza con la riapparizione dei cortei e presidi notturni avvolti in fumi rossastri dei “Difensori di Brescia”.

BRESCIA HA TROVATO IL SUO NAPOLEONE PER RESPINGERE L’ INVASIONE STRANIERA

Dopo una rissa di 90 secondi tra extracomunitari  avvenuta in Corso Garibaldi il 14 gennaio, Rolfi ha così esposto il suo piano durante una conferenza stampa appositamente convocata.

Riunito il suo Stato Maggiore sotto la Pallata, ha tenuto a presentarsi come esponente della Brescia popolare, che la penserebbe proprio come lui e come i gruppi di fasciorazzisti a lui contigui. Una presunta Brescia popolare contrapposta a quella dei “salottini radical chic del centro storico” cui sarebbero connesse invece la Giunta e la “sinistra”.

In una città dove già operano per mantenere l’ordine pubblico 500 poliziotti, decine di carabinieri, 292 agenti di polizia municipale dotati di pistole e manganelli, finanche unità dell’ esercito riconvertite a svolgere servizio di pattugliamento urbano, il primo passo per risolvere il problema sarebbe dunque chiederne di più, molti di più, al ministro dell’ Interno.

Ma ci vorrebbero anche più agenti di polizia locale.

Sarebbe inoltre indispensabile dotarli di “taser” (storditori elettrici) e “bodycam”. E metterli tutti in servizio di pattugliamento appiedato in ogni quartiere dalla mattina alla sera.

E poi comminare Daspo urbani a volontà e istituire le “zone rosse” (Carmine e corso Garibaldi, via Milano, stazione ferroviaria).

LA SOLUZIONE DEFINITIVA

Tutto ciò in attesa di quella che costituirà la soluzione definitiva del problema della “sicurezza” e del “degrado”.  

Ancora Rolfi e i suoi non la esplicitano. Tuttavia hanno già provveduto a fornire qualche indicazione in proposito alcuni esponenti dei gruppuscoli del cartello “Difendi Brescia” durante il presidio del Pescheto, incitando l’ ultradestra in doppiopetto a “darsi una sveglia” .

Tale soluzione si ispira dichiaratamente al precedente storico dell’ “Espulsione dei Moriscos” avvenuta in Spagna ai primi del Seicento per ristabilire la “purezza di sangue”.

Qui a Brescia, nel 2025, i fasciorazzisti la chiamano “reimmigrazione”.

Consisterebbe nel rispedire a forza nei loro Paesi i  37.478 stranieri residenti nel capoluogo, compresi quelli provenienti da Stati dell’ Unione europea.

Per attuare il progetto bisognerà attendere che i tempi siano maturi anche a livello nazionale, con il consolidamento del Governo Meloni negli anni futuri ed i suoi ambiziosi disegni di deportazioni di massa.

CENTROSINISTRA IN DIFFICOLTA’?

Non è detto che la Giunta Castelletti avrà vita difficile nel fronteggiare una offensiva così sgangherata e fuori misura, benchè assai aggressiva.

E’ arduo, per qualunque Bresciano che rifletta sulla questione con un minimo di razionalità, sostenere che la città viva in una situazione di permanente emergenza sicurezza, come affermano Rolfi e i suoi.

Se per emergenza si intende che una volta alla settimana si verificano una colluttazione o un furto per strada in una città con 200.000 abitanti, allora nessuna area urbana di questo mondo può considerarsi sicura.

Da agosto, quando è entrato in vigore il nuovo “Regolamento di polizia urbana”, ad oggi si sono resi necessari solo 10 ordini di allontanamento, tutti per ubriachezza molesta, 9 dei quali riguardanti peraltro residenti di Comuni della provincia.

Quanto alle risse che avvengono tra extracomunitari, basta organizzare presidi mobili più frequenti delle forze dell’ordine nelle aree critiche per prevenire episodi di violenza del genere. Ci pensino il Questore e il Prefetto, se lo ritengono necessario. E’ questo il loro mestiere.

D’ altro canto, il fenomeno innegabile dell’aumento di aggressività tra gli extacomunitari, in particolare tra i più giovani, va affrontato anche in termini educativi. Si pensi alla presenza di 400 minori non accompagnati sul territorio. Su questo piano sì che ci sarebbe da intervenire maggiormente, per prevenire.

Indicativo infine che i diretti interessati, cioè gli agenti di polizia municipale, finora non abbiano sentito l’esigenza di essere muniti di taser e bodycam.  Una simile dotazione costituirebbe invece una delle priorità per ristabilire in città   l’ordine ormai perduto,  secondo Rolfi e i fasciorazzisti a lui contigui.

POSSIBILI SCENARI FUTURI (DA EVITARE)

La caciara ininterrotta sull’ “emergenza sicurezza”, mescolandosi nel frullatore con la polemica sugli interventi repressivi delle forze dell’ordine in occasione di manifestazioni di protesta organizzate dalle forze della Sinistra antagonista  per reagire alle provocazioni di chiaro stampo fasciorazzista, rischia  però di monopolizzare l’ attenzione. E di far entrare i cittadini  in un circolo vizioso di pensieri negativi e svalutanti.

Tutto ciò a scapito dei problemi profondi e concreti di carattere socio-economico-ambientale che affliggono la città.

Rispetto ad essi i due schieramenti di Sistema non hanno granché di diverso da dire e da proporre, rappresentando essi due facce del Partito Unico degli Affari (PUA).

L’ ideale per entrambi è piuttosto il permanere della gazzarra alimentata dai “bei gesti” dei fasciorazzisti del Terzo Millennio cui seguono le risposte della Brescia antifascista, antirazzista e non cospirazionista. Mentre le criticità vere si incancreniscono sempre più, ma gli affari prosperano.

UNA PROPOSTA

Di fronte ad una prospettiva rischiosa come quella sopra delineata, non si può non rilevare come attualmente la Sinistra fuori dal Sistema, a Brescia e nella provincia, si trovi  frantumata in decine di coordinamenti, comitati, collettivi, associazioni, tavoli, partiti ognuno dei quali specializzato in un settore delle problematiche che caratterizzano il territorio.

Ciascuna di tali entità è impegnata a organizzare le sue iniziative senza un vero collegamento con le restanti, che non sia quello dell’ annuncio di una mobilitazione su un tema specifico e dell’ invito a aderire.

Dopo i fatti accaduti nelle ultime settimane, circola non a caso la notizia della prossima formazione di un’ ulteriore “Assemblea Permanente Antifascista”, che si doterà di un proprio manifesto e un proprio statuto.

Tale organismo potrebbe servire solo se andasse a costituire una sorta di “consulta provinciale”, nella quale le decine di realtà sopra ricordate si incontrino periodicamente per coordinare e rendere molto più partecipate le lotte che in ogni campo, non solo quello dell’ “antifascismo militante”, si renderanno sicuramente necessarie.

Così si potrebbero affrontare con concretezza tutte le autentiche problematiche del capoluogo e della provincia. Lungo questa strada si dovrebbe procedere insieme.

“Potere al Popolo!” è pronto ad accogliere proposte che vadano in tale direzione.  

Per quanto lo riguarda, da quando è stato attivato, questo blog ha avuto modo di descrivere più volte le condizioni di sofferenza, perfino qui a Brescia, una delle città più ricche d’ Europa, di fasce sociali consistenti .

Ha inoltre avanzato idee di soluzione, per superare le difficoltà, alternative a quelle inefficaci o inconsistenti finora messe in campo dalla Giunta Castelletti e tanto più ai deliri dell’ ultradestra.

FILIPPO RONCHI