
CONTRO UN PROVVEDIMENTO LIBERTICIDA
Si è svolto a Brescia, nel pomeriggio del 7 dicembre, il corteo contro il ddl 1660, noto anche sotto una serie di altre denominazioni (“ddl Sicurezza”, “Legge Antighandi”, “Legge Erode”). “Potere al Popolo!” vi ha preso parte con una sua delegazione ed ha concorso alla costruzione dell’ evento.
L’ iniziativa di protesta era stata preceduta da un’altra sullo stesso tema, tenutasi a fine settembre sempre nel capoluogo, indetta da due sindacati confederali (CGIL, UIL) sotto forma di presidio.
Le intenzioni maramaldesche del ddl 1660 nei confronti di un’opposizione politico-sociale fuori dal Sistema, che non appare assolutamente in grado nella fase attuale di arginare il dilagante autoritarismo del Governo Meloni, sono evidenti. Ma, a quanto pare, il fatto stesso che sussista ancora in Italia una fascia di opinione pubblica, seppur ristretta, non riducibile al teatrino della politica attuale è un qualcosa di intollerabile per leghisti, neofascisti e nostalgici di Berlusconi oggi al potere. Delle caratteristiche indecenti di questo ennesimo provvedimento liberticida voluto dall’ ultradestra dominante avevamo già diffusamente parlato su questo blog con un articolo pubblicato in occasione della prima mobilitazione parziale cittadina. Ad esso rimandiamo, per un approfondimento di merito, con link di fondo pagina.

LA COSTRUZIONE DEL CORTEO
Qui vogliamo soffermarci invece sulle caratteristiche della manifestazione di ieri.Essa era stata indetta, dopo settimane di preparazione, da un’ “ASSEMBLEA NO DDL SICUREZZA”, presumibilmente destinata a sciogliersi fra un po’ come tanti altri “Comitati di scopo” sorti negli ultimi anni a Brescia. Vi avevano aderito le seguenti organizzazioni, che riportiamo in rigoroso ordine alfabetico, per non far torto a nessuno:
ANPI – Sezione Caduti di Piazza Rovetta
Associazione di amicizia Italia-Palestina Brescia
Associazione Diritti per tutti
Associazione Via Milano 59
Brescia Pride
C.S. 28 Maggio
C.S.A. Magazzino 47
Centro Culturale Islamico Brescia
Ciurma Pastafariana Brescia
Collettivo Assenze Ingiustificate
Collettivo Gardesano Autonomo
Collettivo Linea rossa
Collettivo N/N
Collettivo Onda Studentesca
Comitato Aderenti Unione Popolare (sede di Brescia)
Confederazione Cobas
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Cub Brescia
Extinction Rebellion Brescia
Fabi (Federazione delle associazioni bresciane per l’immigrazione)
Giovani Palestinesi d’Italia Brescia
Gruppo amicizia Italia Cuba Brescia
Libertà e Giustizia
Mediterranea Saving Humans Brescia
Osservatorio democratico sulle nuove destre Azione antifascista Brescia
Partito Comunista Italiano
Possibile
Potere al Popolo
Presidio 9 Agosto
Restiamo umani
Rifondazione Comunista
Sinistra anticapitalista
Sinistra italiana
Tavolo Basta Veleni
Unione Sportiva Stella Rossa
Unione Sindacale di Base
Questo l’ultimo elenco che abbiamo avuto a nostra disposizione, ma non è escluso che altre sigle si siano ancora aggiunte.
PARTECIPAZIONE E SVOLGIMENTO

L’ enorme pulviscolo di organizzazioni dell’ area dell’ Estrema Sinistra di Brescia e provincia è stato in grado di radunare alcune centinaia di militanti provenienti da tutto il territorio, rafforzati da un folto contingente di combattivi giovani extracomunitari, in prevalenza arabo-palestinesi. In totale circa un migliaio di partecipanti. In una provincia che conta 1.265.674 abitanti.
Partendo attorno alle 15 da piazzale Cesare Battisti, i manifestanti hanno effettuato senza intoppi il consueto percorso lungo le vie del centro storico e del ring (via San Faustino, via Cairoli, via Tartaglia, piazzale Garibaldi, corso Pace, corso Garibaldi, via Pace, via Dante, via Verdi, piazza Mercato, via Gramsci, via Moretto, via San Martino della Battaglia, via Mazzini) raggiungendo infine piazza Duomo. Stretto, ma non invasivo, il controllo di carabinieri e polizia. Anche questo come al solito.

Numerosi gli interventi susseguitisi durante il corteo per chiarire le ragioni della mobilitazione, avvenuta in contemporanea con iniziative simili svoltesi in altre città della Lombardia, attendendo la manifestazione nazionale prevista per il 14 dicembre a Roma.
L’ obiettivo è quello di respingere il disegno liberticida del governo, prossimo al varo in via definitiva. Il 28 novembre si è concluso infatti l’esame degli emendamenti in Senato. Le Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Palazzo Madama hanno cominciato a votarli. Sono state dichiarate inammissibili molte delle proposte di modifica delle opposizioni.
Il ddl Sicurezza è già stato approvato alla Camera a settembre. Che esso porti a un punto di non ritorno lungo la via dell’ involuzione autoritaria dello Stato non ci sono dubbi. Così come non ci sono dubbi che l’ opposizione di Sua Maestà costituita dallo schieramento di Centrosinistra si è contraddistinta per un blando contrasto al ddl 1660. Basti pensare che a settembre a Monte Citorio, su 157 deputati dell’ipotetico “Campo Largo”, soltanto 91 hanno votato contro, mentre i rimanenti preferivano assentarsi. E poi il silenzio di tomba degli “antigiustizialisti”, che tanto si prodigano in lezioni di diritto e di garantismo solo quando si tratta dei loro ricchi amici. Una conferma che la legge “non è uguale per tutti” nelle stanze dei Palazzi.
Staremo a vedere cosa succederà in Senato, ma la sproporzione numerica tra i due schieramenti di Sistema è talmente forte che non c’è da attendersi nessuna sorpresa. Sarà interessante tuttavia vedere quanti senatori del Centrosinistra stavolta si degneranno di essere presenti alla votazione per esprimere almeno il loro “no”.
PORSI QUALCHE DOMANDA SUL 7 DICEMBRE

Ci sembra però necessario, anche rispetto alla manifestazione del 7 dicembre, fare qualche considerazione non puramente autocelebrativa. Perché oltretutto c’è ben poco da celebrare.
Gli organizzatori hanno molto tenuto a sottolineare che si trattava di “un’iniziativa costruita dal basso”, tanto che le formazioni politiche della Sinistra antagonista sono dovute restare in fondo al corteo con le loro bandiere. Il ruolo predominante era stato riservato infatti agli aderenti di un grosso centro sociale, ad associazioni, collettivi e coordinamenti vari, di cui alcuni contano propri esponenti eletti in Consiglio Comunale con la coalizione di liste di quel Centrosinistra che a livello nazionale sta conducendo un’opposizione ben poco convinta al ddl 1660. E che in città, in ambito di sicurezza e di gestione dell’ordine pubblico, sembra andare a ruota delle pulsioni securitarie dell’ultradestra. Quindi in che senso si parla di “costruzione dal basso”?
Ma soprattutto, si è proprio convinti che la creazione di sempre nuovi “Comitati” e “Assemblee” “di scopo”, da smantellare nel giro di qualche mese dopo che lo “scopo” non è stato raggiunto, costituisca l’unica modalità praticabile di opposizione a Brescia e nella sua provincia da parte della Sinistra di Alternativa?
Non si potrebbe aprire una riflessione sull’opportunità di dare vita ad una sorta di “Consulta Permanente” che riunisca le tante realtà antagoniste, per affrontare con continuità le problematiche bresciane e nazionali da riportare sul territorio, considerando la gravità della situazione? Senza pretese di condizionamenti o “egemonie” da parte di nessuno. Ma per dare maggiore efficacia e rilevanza alle iniziative, oltreché per verificare la coerenza dei posizionamenti rispetto alle istituzioni locali. Sarebbe già un passo avanti. O è chiedere troppo?
Qui il rimando al link di approfondimento sui contenuti del ddl 1660:
FILIPPO RONCHI