IL TRAM DI GRAZ
Dopo aver realizzato, con un appalto in affidamento diretto per la modica cifra di € 139.000 alla stessa agenzia che aveva curato la sua campagna elettorale, il sogno nel cassetto della creazione del brand “Brescia la tua città europea”, alla sindaca è venuta un’altra idea. Questa volta però la vicenda non rischia di finire nel grottesco e nel patetico come la precedente, perché potrebbe creare tensioni serie all’ interno del Partito Unico degli Affari che esercita la sua “egemonia” sulla vita dei Bresciani.
Narra la sindaca stessa che l’ intuizione della cosiddetta Holding Loggia le arrivò durante il viaggio che, all’inizio di febbraio 2024, aveva portato una delegazione comunale in Austria, in quel di Graz, per visitare il «sistema tram» in vista della realizzazione della prima linea della tramvia anche nella città Leonessa, per la quale sono stati stanziati 63 milioni di euro.

ALLA SINDACA SI E’ ACCESA LA LAMPADINA IN TESTA
Racconta dunque Laura Castelletti: «La lampadina mi si è accesa proprio a Graz quando hanno spiegato come funziona la loro società. Lì, hanno messo insieme le realtà del trasporto, la progettualità che riguarda le infrastrutture e la gestione degli impianti sportivi».

Il modello insomma le piacque. Affidò in tal senso un incarico per approfondirlo e svilupparlo al Direttore Generale del Comune Marco Baccaglioni. Si raccomandò di partire dallo “snodo” degli impianti sportivi (vedremo nel prosieguo il razionale di questa scelta) per disegnare “scenari percorribili” sull’ esempio di Graz.
IL DISEGNO DELLA HOLDING
A fare da capofila nella futura Holding Loggia ci sarebbe dunque Brescia Mobilità. La società, oltre ad essere la più longeva (è nata nel 2001 dalla scissione della vecchia Asm), è anche la realtà più grande e strutturata delle tre società pubbliche che andrebbero a costituire la Holding. Essa coinvolge infatti Bs Trasporti e Metro Bs, oltre che detenere una piccola quota di Apam. Con più di 1.100 dipendenti, l’azienda è il fulcro della mobilità urbana. I suoi campi di intervento spaziano dalla gestione degli autobus e della metropolitana (attraverso Metro Bs), al coordinamento del bike sharing, dei parcheggi, dei semafori e al controllo del traffico cittadino. E, davanti a sé, ha un futuro radioso diaffari grossi: l’ascensore in Castello e il tram elettrico.

Ad affiancare Bs Mobilità verrebbe chiamata Bs Infrastrutture Srl, nata nel 2012 ma già protagonista di parecchi interventi chiave. La società, con 39 dipendenti, è specializzata nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture pubbliche. Tra le opere più rilevanti portate a termine negli ultimi anni ci sono, ad esempio, il parcheggio di Sant’Eufemia e il teatro Borsoni. In questo edificio la sindaca ama celebrare i suoi fasti, tipo “Brescia la tua città europea” e il mega-convegno sull’ aria e sul clima.
Ultimamente Bs Infrastrutture Srl si sta occupando di realizzare i 43 nuovi alloggi a Sanpolino di edilizia popolare, finanziati con i fondi Pnrr (salvando così la metà dello stanziamento pubblico inizialmente destinato all’area della ex torre Tintoretto) e presentati come la panacea dell’ emergenza abitativa a Brescia.

La terza società della Holding dovrebbe essere la San Filippo SpA. Una società piccola, con solo 15 dipendenti ma importante, perché si occupa degli impianti sportivi comunali. Essa gestisce – direttamente o indirettamente – ben 88 impianti tra palazzetti, piscine e palestre. Una gestione che ha però fame di investimenti. O, per dirla senza eufemismi, che è sull’ orlo della bancarotta.

UN COMPLESSO STRATEGICO
Sintetizzando, le tre società rappresentano il braccio operativo del Comune di Brescia. Senza di esse la città si fermerebbe. Ognuna ha una missione ben precisa. Contribuiscono ogni giorno a far funzionare il capoluogo.
CRONOPROGRAMMA DELLA HOLDING
La prospettata Holding del Comune è quindi un progetto decisivo su cui la sindaca sta lavorando intensamente.
Il gruppo ristretto che la appoggia è guidato dal già citato Direttore Generale Marco Baccaglioni ed è formato dal vice sindaco Federico Manzoni, dall’assessore al Bilancio Marco Garza e da quello allo Sviluppo economico Andrea Poli.
Per prima cosa è stato commissionato uno studio a Luca Perfetti, esperto di diritto amministrativo. Partendo dall’analisi della situazione attuale, proporrà alcuni possibili sbocchi operativi.
Il cronoprogramma è già fissato: entro la fine di maggio il progetto verrà analizzato dalla Giunta Municipale. Seguirà un confronto interno alla maggioranza. Poi l’operazione sarà portata in Consiglio Comunale per la discussione e la decisione finale. L’ approvazione dovrebbe avvenire entro la fine del 2025.
TENSIONI NELLA MAGGIORANZA
Ma la strada è tutta in salita. Attorno alla creazione della holding si stanno innestando infatti dentro la maggioranza pericolose dinamiche. Le sparate folcloristiche dei consiglieri di “Brescia Attiva” Valentina Gastaldi e di “Al Lavoro con Brescia” Francesco Catalano nella seduta del 24 gennaio scorso a proposito di fascismo e antifascismo sono niente in confronto.
La frattura si consuma sugli affari. In questo senso le dichiarazioni ostili rilasciate da Roberto Omodei, capogruppo in Loggia del Pd nei giorni scorsi, sollevano più di un interrogativo. Omodei non sembra essere intervenuto a titolo personale, ma forte di una condivisione ampia nel partito. Il fatto è che quasi tutto il Pd bresciano diffida della holding. Non si tratta di valori ideali, ribadiamo, ma di valori reali in termini economico-finanziari, che rischiano di entrare in rotta di collisione.
Benché il PD cittadino non abbia espresso ancora una posizione ufficiale in merito alla vicenda, si sa che contrari o assai perplessi rispetto al nuovo progetto della sindaca lì dentro sono quasi tutti. Si va dagli antichi esponenti del serpentone metamorfico PCI-PDS-DS-PD Pierangelo Ferrari e Claudio Bragaglio, ai “cattolici di sinistra” Roberto Omodei, Fabio Capra e Federico Manzoni, che oltretutto è pure vicesindaco e assessore con delega alle Partecipate della mobilità.
Lo scontro dunque è tra il PD e l’area che fa capo alla sindaca. Nostalgica del craxismo, Castelletti è infatti sempre più spostata sulle posizioni degli estremisti di centro di Azione. I seguaci di Calenda e i “socialisti liberali” esprimono appunto i suoi più stretti collaboratori nell’ operazione. Si tratta dell’ assessore al Bilancio Garza e di quello allo Sviluppo economico Andrea Poli.

LE VERE RAGIONI
L’ urto dunque avviene sulle società partecipate.
Con la creazione della holding verrebbero meno due centri di potere come San Filippo e Brescia Infrastrutture, che attualmente hanno due presidenti del PD. Il tutto a vantaggio di una Brescia Mobilità la cui presidenza è invece fedele a Laura Castelletti.
Come se non bastasse, sullo sfondo si staglia il rinnovo del CdA della A2A, la «life company», lo scrigno della Loggia. Buona parte delle nomine nelle società comunali risalgono ancora all’ epoca della sindacatura Del Bono. Con la holding e tra un anno con le nuove nomine in A2A, Castelletti potrebbe conquistare altri pezzi di potere del sistema che fa capo al Pd.
UN BUCO NERO CHIAMATO SAN FILIPPO
Il pretesto da cui pare scaturire tutto questo rimescolamento è la situazione della San Filippo, una società che da quando è nell’orbita comunale non ha mai avuto pace. Da anni i suoi bilanci chiudono in rosso. Su di essi pesa l’onere di mantenere strutture spesso obsolete – nella maggior parte dei casi in affido alle società sportive – che richiedono pesanti investimenti.
Sulla San Filippo pendono inoltre gli esposti firmati dal consigliere dell’opposizione di centrodestra Giovanni Posio (Fratelli d’Italia) che hanno portato tra l’altro alla visita della Guardia di Finanza nella sede di An (Associazione nuotatori) Brescia, una squadra di pallanuoto tra le più importanti in Italia . La San Filippo ha infatti firmato con la Fin (Federazione italiana nuoto) un protocollo che le affida per quattro anni la gestione delle piscine cittadine. La Fin, che è un ente pubblico federato al Coni, a sua volta ha dato direttamente alla An Pallanuoto Brescia la gestione dei corsi di nuoto e della assistenza bagnanti. Il tutto senza un bando.
RAZIONALIZZARE PER ESTERNALIZZARE E PRIVATIZZARE
Ebbene, il fine ultimo che giustificherebbe la creazione, secondo il disegno della sindaca, della Holding sarebbe quello di portare a “razionalizzazioni” (cioè tagli) e risparmi operativi pari a circa 2 milioni di euro all’anno, che potrebbero essere reinvestiti nel corso del tempo proprio per la manutenzione e per l’ammodernamento degli impianti, sanando così le magagne della Società San Filippo. Non solo.
Il secondo fronte sul quale investire grazie a questi risparmi- aggiunge Castelletti- “sarebbe quello della riqualificazione abitativa, come pure non è da escludere un intervento per ridurre il costo dei biglietti del trasporto pubblico locale per un segmento della popolazione”, dopo averli aumentati alla grande ad inizio sindacatura, come i cittadini ricordano bene.
Ma da dove deriverebbero tutti questi soldi (una ventina di milioni in dieci anni)? Dai minori costi – diretti e indiretti (come ad esempio quelli di gestione, di programmazione e di personale oggi moltiplicati per ciascuna società) – che la ristrutturazione determinerebbe.
Circola anche uno studio, costato 80.000 euro, commissionato dalla San Filippo per il riordino della società, nel quale emerge chiaramente che l’unica strada consigliata è aumentare le tariffe. In sostanza a pagare le inefficienze sarebbero ancora e sempre i Bresciani. Anche se la sindaca garantisce che proprio la holding eviterebbe questa eventualità grazie alla “razionalizzazione”.
Ma c’è il forte sospetto che la holding sia l’anticamera della esternalizzazione di determinate funzioni. E che quindi ad una dinamica centripeta in nome della semplificazione e della razionalizzazione per ottenere una “maggiore efficienza ed efficacia”, ne segua una contraria, centrifuga, ma comunque in nome degli stessi principi, di privatizzazione di pezzi dell’amministrazione.
Sono in ballo, insomma, molte centinaia di posti lavoro nonché il patrimonio accumulato dai Bresciani in decenni di governo. Il sistema delle aziende controllate, bene di proprietà dei cittadini, rischia di finire anch’esso sul mercato, come già avvenuto per il pezzo più importante dell’ ex-ASM con l’ A2A.
L’ ALTRA PARTE DEL PARTITO UNICO DEGLI AFFARI RECLAMA
E’ ovvio che di fronte allo scenario che si va prospettando, l’ altra parte del Partito Unico degli Affari bresciano pretenda di avere voce in capitolo. I consiglieri del centrodestra a Palazzo Loggia sono subito intervenuti per chiedere spiegazioni sull’ intera vicenda.
«La discussione circa il futuro delle nostre società partecipate non può svolgersi nel segreto delle stanze della Loggia e restare confinata alle beghe di coalizione tra Pd ed il gruppo di potere del Sindaco. Serve una discussione chiara e aperta che non escluda nessuno». Lo hanno dichiarato congiuntamente i consiglieri della Destra.
Vogliono che sia convocata al più presto una seduta della Commissione Bilancio
di cui è presidente Fabio Rolfi, leader dell’ opposizione in Loggia, dedicata al “progetto” con la presenza di Castelletti e Manzoni, per saperne di più sull’ affarone.
FRANCESCO ROVARICH