OBIETTIVI AMBIZIOSI
L’espansione del sistema di trasporto pubblico con l’introduzione di nuove linee del tram è senza dubbio il progetto più ambizioso messo in campo dall’ attuale Giunta comunale di Brescia.
I buoni propositi sono molteplici: collegare aree periferiche con il centro città per una maggiore integrazione urbana, offrire un’alternativa ecologica al trasporto privato, ridurre i tempi di attesa e migliorare la frequenza dei servizi.

Le linee del tram di Brescia saranno caratterizzate da veicoli moderni e silenziosi, impianti di sicurezza avanzati per garantire la protezione dei passeggeri, vagoni e fermate progettati per essere accessibili a persone con disabilità.
Si immagina che l’espansione del sistema tramviario avrà un impatto significativo sulla comunità locale. Dovrebbero infatti risultare facilitati gli spostamenti, consentendo così lo sviluppo delle attività commerciali lungo le nuove linee. La riduzione del traffico veicolare dovrebbe migliorare la qualità dell’aria e la vivibilità urbana, permettendo al tempo stesso a più persone di accedere facilmente ai servizi essenziali.
Si verificherebbe così un passo significativo verso il “futuro sostenibile e connesso” cavallo di battaglia della sindaca Castelletti, che insiste nel presumere che Brescia costituisca un modello di riferimento per altre città italiane.
LE LINEE
La linea “Pendolina-Fiera” (T2), con 21 fermate, coprirà oltre 11 km di tracciato attraversando anche il centro storico. Il costo totale per la realizzazione di questa prima tratta era stato inizialmente stimato a 363 milioni di euro. Poi è lievitato a 423 milioni di euro per compensare l’aumento dei prezzi. La quota a carico del Comune è circa 4 milioni di euro, con il resto finanziato attraverso contributi statali, come quello del Ministero delle Infrastrutture.

La lineaBadia/Violino – Sant’Eufemia/Mille Miglia (T3), coprirà un percorso di dodici chilometri di lunghezza complessiva, con 23 fermate. Una prima antenna verso ovest servirà Sant’ Anna, Violino e Badia, fino a giungere in corrispondenza dell’attuale capolinea della linea bus 3 Mandolossa. La seconda, invece, verso est, si snoderà lungo la direttrice Solferino – Diaz – Duca D’Aosta – Piave – Bornata fino a giungere in corrispondenza dell’ingresso al quartiere Sant’Eufemia.
Anche questo progetto è pronto, come è stato ufficialmente annunciato a fine maggio. Ora servono i fondi. Il Comune parteciperà al bando del Ministero delle Infrastrutture per ottenere altri 238,8 milioni di euro, visto che 10 milioni li metterebbe la Loggia tramite Brescia Mobilità.
UN PRECEDENTE INQUIETANTE
Però- come si dice- non tutto è oro quel che luccica. E ciò al netto dei cantieri aperti per anni (si prevede l’ inaugurazione del nuovo sistema nel 2030) in mezza città per collocare i binari in superficie.

Carlo Carrà, Ciò che mi ha detto il tram, 1911, Olio su tela, MART Rovereto
Qualcuno si chiede se fra zone ZTL, tratte con limiti a 30h, carreggiate sempre più strette e anguste per le auto, non si rischi di ottenere l’esatto contrario alle aspettative in termini di inquinamento e congestione del traffico.
Ma soprattutto, a Brescia, molti hanno presente un precedente non proprio incoraggiante. Quello della metropolitana.
Il costo alla fine è stato di 1 miliardo e 200 milioni. In più, per i Bresciani, è pure un debito continuo enorme ogni anno.
Solo con i soldi che si devono pagare per gli interessi, si sarebbero potuti far circolare i passeggeri gratis o quasi su autobus elettrici. Ci sarebbe stata anche la possibilità di spostare i percorsi in base alle variabili esigenze della città. Cosa che tratte ingessate su rotaie come per Metrò e adesso il tram non consentono.
Brescia, con la sua conformazione frattale, non può essere servita da strutture con itinerari bloccati ed enormemente costosi, che drenano risorse importantissime per altri sistemi di trasporto.
La storia del Metrò in questo senso è emblematica. Esso aveva avuto come esempio quello di Lille, in Francia, dove politici e tecnici del centrosinistra erano andati per conoscere il sistema che volevano copiare.
Solo che Lille è una città di 230.000 abitanti, è stretta e lunga di Brescia ed il Metrò la serve tutta. In più è collegata al vicino importante aeroporto. Perciò i passeggeri, pensate un po’, sono 180 milioni all”anno, 10 volte di più che a Brescia. Questo consente di non avere debiti come ne abbiamo purtroppo qui da noi. Brescia, oltre ad avere meno abitanti, è una citta ampia, fatta di 33 quartieri di cui solo 13 serviti dalla metropolitana, alcuni dei quali a malapena.
Il Prof. Bernardo Secchi, che venne chiamato da Martinazzoli e Corsini per fare il nuovo Piano Regolatore di Brescia, ritenne il Metrò non solo inutile, ma economicamente pure dannoso, al punto che non lo mise nel progetto. Questo nonostante la rabbia espressa pubblicamente da Martinazzoli.
Ecco, la sensazione che comincia a circolare, è che si stia perseverando con l’errore, visto che in varie zone della linea dove passerà il tram ora viaggiano bus praticamente semivuoti.
Poi, ad alcuni cittadini sta bene che si facciano opere imponenti e costosissime per grandi affari che risolvono ben pochi problemi, ma ad altri no, anche perché si useranno i soldi di tutti per pagare i debiti.
FRANCESCO ROVARICH