Si moltiplicano i segnali inquietanti sulla cessione della Iveco Idv (Iveco Defence Vehicles) a Leonardo e della divisione veicoli industriali alla Tata Motors, uno dei maggiori gruppi indiani con sede a Mumbai, che già possiede i marchi Jaguar e Land Rover.
Il titolo ha non a caso guadagnato negli ultimi giorni improvvisamente il 5,2% in Piazza Affari, dopo che l’agenzia Bloomberg ha ipotizzato un imminente annuncio sulla cessione, per la quale le trattative sarebbero in fase avanzata .
La vendita di Iveco si inserirebbe nel quadro degli sforzi di Exor, la holding finanziaria olandese della famiglia Agnelli/Elkann che controlla Iveco, di diversificare i propri interessi dal settore automobilistico verso aree come la sanità, i beni di lusso e la tecnologia.
Il gruppo Iveco ha 14 mila dipendenti in Italia e 36 mila in altri Paesi europei. Di questi, circa 2.600 lavorano a Brescia.

Attorno agli stabilimenti Iveco ci sono inoltre decine di aziende che formano la filiera. Avendo avuto già un’ esperienza più che sufficiente delle modalità di azione degli “(im)prenditori” indiani nella vicenda dell’ ex-llva, è certo che come prima cosa gli stabilimenti diventeranno luoghi di assemblaggio di pezzi fabbricati altrove. Il trattamento riservato ai lavoratori sarà poi senz’ altro simile a quello già sperimentato ampiamente a Taranto.
Del resto, la stessa Iveco ha confermato in una nota che «sono in corso discussioni in stato avanzato per potenziali operazioni riguardanti il settore della difesa, da un lato, e la restante società dall’altro». Ed ha aggiunto: «Il Consiglio di Amministrazione sta analizzando e valutando attentamente tutti gli aspetti di queste potenziali operazioni». Così dopo anni di soldi pubblici regalati agli Agnelli/Elkann, ora ci ritroviamo con il rischio di vedere un colosso strategico come IVECO finire nelle mani degli Indiani di Tata… E dire che gli Agnelli/Elkann avevano annunciato investimenti nell’ Iveco per 5,5 miliardi di euro entro il 2028…
La strada è dunque segnata, malgrado le prese di posizione di poco credibili deputati bresciani del Partito Democratico e di Azione, che chiedono- proprio loro, alfieri del “libero mercato”- garanzie al Governo Meloni!
Un’altra grande azienda italiana finirà in mani straniere con enormi ricadute in termini di occupazione.

Negli ultimi anni in Italia è avvenuto un vasto processo di perdita di capacità industriale.
La Presidente del Consiglio Meloni, la “sovranista” di cartapesta che in campagna elettorale tanti proclami aveva lanciato in difesa della “sovranità nazionale”, potrebbe rapidamente attivarsi per evitare l’ennesima svendita.
Gli strumenti esistono: Golden Power per bloccare la cessione di un’ azienda ritenuta strategica; partecipazione statale alle quote azionarie; nazionalizzazione. Sono parole che destano scandalo per i liberisti dominanti in Italia. Sono in realtà efficaci mezzi di intervento, ovviamente se c’è la volontà politica di intervenire…

Ma tutto questo non succederà. La proposta di vendita di Iveco Defence a Leonardo è in corso anzi proprio perché è l’ unica cosa che interessa al governo: mantenere i lucrosi affari legati alle armi e alla guerra. Quelli sì che sono “attività strategiche”! Quanto al resto, strada spianata ad un accordo con Tata per la parte restante del business, che comprende autocarri commerciali, propulsori, autobus e altri veicoli speciali.
Non è possibile accettare che un altro pilastro industriale anche di Brescia venga svenduto, provocando un colpo mortale alla struttura produttiva del territorio.
Ogni giorno si perdono fabbriche, posti di lavoro, capacità economica.
Chi dice che “la mano invisibile del mercato” auto-governerà nel migliore dei modi il “processo di riassestamento” o è in malafede o non capisce niente.
FILIPPO RONCHI