PICCOLE LUCI NEL BUIO E LA BRESCIA CHE CI PIACE

Mentre le soldataglie di derivazione terroristica denominate IDF (Israel Defense Forces) continuano imperterrite la loro opera di sterminio della popolazione civile di Gaza, sostenute convintamente da almeno il 75% degli Ebrei di Israele, due piccole luci di speranza si accendono a Brescia.

E’ di pochi giorni fa la notizia della tragedia che ha colpito la famiglia della pediatra Alaa Al-Najjar.   Il razzo caduto sulla sua casa ha polverizzato tutto.

La dottoressa, che per mesi si era presa cura dei bambini di Gaza, non è riuscita a salvare i propri. Il missile, lanciato dai serial-killer psicopatici dell’ IDF nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 maggio, li ha cancellati in pochi secondi, radendo al suolo la sua abitazione di Khan Younis. Nove dei dieci figli sono morti (il più piccolo di pochi mesi, il più grande dodici anni). Anche il marito è in gravi condizioni. Solo Adam è rimasto in vita e versa in condizioni critiche, gravemente ustionato.

Un appello disperato lanciato dai parenti è stato accolto dalla rete Aopi.

L’Associazione ospedali pediatrici italiani (Aopi) riunisce le principali strutture italiane del settore. Ne fa parte l’Ospedale dei Bambini degli Spedali Civili di Brescia, che si è detto pienamente disponibile ad accogliere e curare il piccolo superstite.

Quasi in contemporanea, oggi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, buon amico del criminale Netanyahu, è stato a Brescia per una visita istituzionale.

Prima tappa alla Domus Salutis e poi all’ Università in via San Faustino, per inaugurare la facoltà di Scienze politiche.

E lì ha trovato ad omaggiarlo tutta la nomenklatura politica locale bipartisan: l’assessora regionale all’Istruzione Simona Tironi, la sindaca di Brescia Laura Castelletti, il presidente della Provincia Emanuele Moraschini.

Ma ha trovato anche una lettera firmata da 300 tra studenti, docenti e personale, che invita il rettore di Unibs Francesco Castelli a chiedere al ministro di prendere posizione sulla guerra in corso a Gaza. Perfino il rettore inaspettatamente ha assicurato: “Condivido la posizione e consegnerò la lettera al ministro”.

E soprattutto Tajani è incappato in una protesta di attivisti, tra cui alcuni militanti di “Potere al Popolo!”, che da mesi chiedono lo stop al massacro sulla Striscia di Gaza.

Sono stati mostrati striscioni, bandiere della Palestina, foto della distruzione israeliana sui territori palestinesi. Una donna stringeva un fagottino in mano simbolo delle decine di migliaia di bambini uccisi. Un’ altra la foto di Tajani che dà la mano al suo caro Netanyahu.

Da parte loro gli studenti hanno dichiarato: “La presenza del ministro Tajani deve essere per noi e per la comunità occasione per una riflessione approfondita sull’operato del ministero e del Governo italiano in merito ai pressanti temi di attualità, quali la pace, le crisi umanitarie e in particolare il genocidio in corso in Palestina”. Hanno inoltre scritto: “Avvertiamo la necessità, ogni ora più urgente, di interventi capaci di far cessare l’orrore che da mesi e mesi cresce sotto i nostri occhi. Se non interverremo per arrestare l’orrore ne saremo corresponsabili”.

E si sono alzati e se ne sono andati, sventolando le kefiah, quando è intervenuto il ministro

E’ questa la Brescia che ci piace.

REDAZIONE