LA GIUNTA CASTELLETTI SI APPRESTA A CELEBRARE NEL MODO PEGGIORE IL 25 APRILE

IMMAGINE E REALTA’

Mentre si avvicina il 25 aprile con le celebrazioni ufficiali patrocinate dal Comune, due fatti ci sembrano degni almeno di  una segnalazione.

Perché è anche da situazioni come quelle che andremo a descrivere che si comprende la distanza tra retorica e realtà a Brescia.

Se infatti per l’ 80° anniversario della Liberazione a Piazza Loggia- come noto aperta solo per le manifestazioni delle Istituzioni e degli amici della Giunta- andrà in scena la solenne orazione  di un deputato della “corrente di sinistra” del PD, nonché della “Sinistra per Israele”,   72 ore prima, il 22 aprile, numerose lavoratrici si trovano costrette ad effettuare un presidio a Piazza Piazzale Repubblica, nell’area antistante proprio gli uffici del Comune. Intendono così protestare contro la gara del cambio d’appalto del servizio di ausiliariato delle scuole comunali e chiedono la riapertura di un confronto serio.

UNA STORIA ESEMPLARE

Le modalità di assegnazione infatti delineano la possibilità di ulteriori tagli del personale che opera nei nidi e nelle scuole dell’infanzia. Ormai da anni viene perso un pezzo di retribuzione e di diritti.

Tra le diverse problematiche rilevate, la riduzione del monte orario complessivo sul servizio e la formulazione della clausola sociale.

Il Comune minimizza il primo dato  adducendo un generico riferimento al “trend in decrescita che interessa l’intero Paese”, che si rifletterebbe su una minore quantità di iscrizioni, peraltro ad oggi ancora aperte.

Il mantenimento del monte ore complessivo sull’appalto è, invece, esigibile, poiché la quantità ad oggi applicata non risulta sufficiente, come dimostra l’ampio ricorso al lavoro supplementare.

Da un lato l’Amministrazione dichiara l’obiettivo di tutelare le lavoratrici ma dall’altro opera in senso opposto.

A denunciare il tutto non sono peraltro sindacalisti rivoluzionari, ma i delegati dei confederali.

I quali avevano tentato nelle settimane scorse in ogni modo di avviare una contrattazione chiedendo il ritorno alle dipendenze dirette del Comune delle ausiliarie a fronte del servizio svolto. Ma la risposta era stata un secco: “Non si può”.

Avevano chiesto a quel punto l’applicazione di un contratto che parificasse tutele e retribuzioni a quelle del personale scolastico, ma anche lì la risposta era stata: “Non si può”.

Avevano proposto almeno una clausola a garanzia del mantenimento delle attuali condizioni, ma la risposta era stata sempre la stessa: “Non si può”.

E di fronte alla denuncia dei part-time involontari da 2 ore al giorno, si erano sentiti beffardamente rispondere: “Prediligiamo i full-time, eliminando i part-time”.

Un’assunzione di responsabilità sociale verso le persone su cui ricadranno le decisioni del Comune sarebbe stata una dimostrazione che i valori più profondi e importanti della Repubblica nata dalla Resistenza sono praticati nella realtà concreta quotidiana dalla Giunta Castelletti e non soltanto nelle adunanze commemorative. Fino al momento in cui scriviamo questa assunzione di responsabilità non c’è stata. Finora l’ Amministrazione comunale ha deciso di restare immobile sulle sue posizioni. E non vengano a dire che non ci sono i soldi, dopo le entusiastiche parole pronunciate dalla sindaca qualche settimana fa circa l’ avanzo di bilancio ammontante a 118 milioni e passa di euro.  

Parliamo di lavoratrici che un tempo erano  dipendenti comunali e che, per la maggior parte, sono oggi anche cittadine.

Lavoratrici che hanno uno stipendio medio mensile compreso tra i 600 e i 900 euro, con una sospensione estiva di retribuzione e contributi, quando la scuola è chiusa.

Che in tanti casi sono mono reddito o comunque prive di indipendenza economica, situazione che le rende schiave.

A PROPOSITO DI VALORI DELLA RESISTENZA

Questa vicenda è dunque emblematica del continuo impoverimento a cui le fasce più deboli della popolazione bresciana sono  costrette. Perciò l’atteggiamento del Comune che proclama di essere espressione ed erede dei valori della Resistenza è  insostenibile ed inaccettabile.

DALLA GIUSTIZIA SOCIALE ALLA GIUSTIZIA CLIMATICA, LA GIUNTA E’ ASSENTE

L’ altra storia che merita qualche considerazione riguarda di nuovo la tutela dell’ ambiente in città.

Nei giorni scorsi forti ondate di vento hanno provocato la caduta di molti alberi, causando gravi disagi e rischi che hanno portato i vigili del fuoco a molti interventi.

L’ ineffabile assessora all’ Ambiente Camilla Bianchi, specialista nell’ organizzazione di grandi eventi dell’ ecologismo al Teatro Borsoni, se n’è uscita nel frattempo con una dichiarazione trionfalistica in cui annunciava che “siamo in dirittura di arrivo con il Piano del verde e della biodiversità che ci ha permesso una mappatura completa sulle criticità e vulnerabilità di Brescia”.

Anche in questo caso, gli slogan sostituiscono le azioni concrete.

Il cambiamento climatico provoca- come ormai assodato- fenomeni metereologici sempre più violenti. Ma se in una determinata località il numero degli  “eventi eccezionali” risulta particolarmente elevato, essi segnalano un’ incapacità o una superficialità nel fronteggiarli.

In questo senso la manutenzione del verde pubblico da parte della Giunta Castelletti- come andiamo descrivendo da mesi- pone molti interrogativi, per usare un eufemismo.

Che senso ha, dopo quasi due anni di sindacatura, vantarsi di essere in dirittura di arrivo per il completamento della  “mappatura delle criticità del patrimonio arboreo”? Si pensa forse che la “mappa” sia sufficiente a prevenire cadute di rami o alberi, che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti? Cosa è stato fatto di concreto in 700 giorni di tempo per evitarle?

La verità è che il Comune non  si è ancora dotato in tutto questo periodo di strumenti per pianificare, monitorare e tutelare in modo serio il verde pubblico, componente essenziale della vivibilità urbana. Più che le autocelebrazioni delle mappature, servirebbero un piano di manutenzione trasparente e  un coinvolgimento reale dei cittadini.

Perché oggi anche su questo ambito divenuto fondamentale si misura l’ adesione vera ai “valori della Resistenza”.

FRANCESCO ROVARICH